Si svolgerà nelle ore mattutine del prossimo 5 giugno, alle presenza delle autorità civili e militari e di una rappresentanza di alunni e docenti della scuola elementare di via Cumbo Borgia, la cerimonia d’intitolazione della nuova traversa di via Tre Monti alla memoria di
Giuseppe Piaggia (1821-1871). L’iniziativa, avanzata su proposta dello scrivente dal comitato cittadino per il 150° e promossa dall’Amministrazione Comunale, rende giustizia allo storico per antonomasia di Milazzo e conclude finalmente un iter durato settant’anni.
Era rimasto infatti inattuato il provvedimento podestarile n. 196 con il quale il 15 ottobre 1941 il podestà di Milazzo Salvatore Scala aveva intitolato allo storico una centralissima arteria cittadina, l'odierna via ten. La Rosa. A bloccare l’esecuzione del provvedimento fu l’evolversi del secondo conflitto mondiale, al termine del quale, negli anni della ricostruzione, lo stesso provvedimento rimaneva lettera morta a causa dell’opposizione delle forze politiche di sinistra, in particolare di alcuni esponenti locali del partito comunista, i quali, sulla base di argomentazioni stupide e balorde, consideravano il Piaggia un aristocratico proprietario terriero, dunque un avversario non meritevole dell’intitolazione di un’arteria cittadina.
Per un riconoscimento allo storico si sarebbe dovuto attendere il 1976, allorquando gli venne intitolato il plesso scolastico di via Cumbo Borgia, mentre rimanevano sistematicamente inascoltate le istanze del mondo culturale cittadino, che periodicamente, negli ultimi decenni, ha chiesto ai sindaci pro-tempore di dedicare allo storico una strada cittadina.
Adesso, con l’intitolazione alla memoria di Giuseppe Piaggia della centralissima nuova traversa di via Tre Monti, la Città di Milazzo salda finalmente un debito morale nei confronti di uno dei suoi figli migliori, lo storico che diede alle stampe il suo primo volume di memorie cittadine nel 1853: l’«Illustrazione di Milazzo» raccoglieva, oltre alla ricostruzione efficace e minuziosa delle varie epoche storiche, un’attenta disamina degli usi e delle condizioni contadine della Piana. Le sue ricerche storiche, successivamente approfondite, rivedute ed ampliate, vennero ripubblicate nel 1866 in una nuova ed elegante edizione dal titolo «Nuovi studj sulle memorie della Città di Milazzo e nuovi principj di scienza e pratica utilità derivati da taluni di essi». Pubblicò inoltre un puntuale resoconto della battaglia garibaldina del XX luglio 1860, diverse prose e componimenti poetici ed un’interessante autobiografia.
In occasione dell’intitolazione della strada la Biblioteca Comunale ha allestito nel piano nobile di Palazzo D’Amico una teca in cui saranno esposti sino al prossimo 4 novembre le opere ed i manoscritti dello storico. Per l’occasione è stata anche eseguita una piccola manutenzione al ritratto del Piaggia. Accanto alla teca, adagiato su leggio, un volumetto donato da Girolamo Fuduli e dallo scrivente illustra con fotografie e documenti d’archivio il profilo biografico dell’illustre milazzese.
Nel 1876, per iniziativa dell’illustre milazzese Stefano Zirilli (1812-1884), venne inaugurata l’attuale Biblioteca Comunale, che raccoglieva appunto i fondi librari dei cinque conventi di Milazzo. Zirilli acquistò molti altri volumi, impinguando così il patrimonio librario della stessa Biblioteca (oggi ospitata a Palazzo D’Amico): acquistò anche qualche volume risalente al Quattrocento (i cosiddetti “incunaboli”) e si fece donare un cospicuo patrimonio librario, presentando istanze di donazioni persino a Sua Maestà il Re d’Italia e ad Alessandro Manzoni, che accettarono l’invito di Zirilli.
Il fondo antico della Biblioteca Comunale di Milazzo raccoglie dunque libri del Quattrocento (incunaboli, per un totale di n. 7 unità), del Cinquecento (cinquecentine, per un totale di n. 90 unità), del Seicento, Settecento ed Ottocento.
Il fondo antico subì cospicue perdite durante il secondo conflitto mondiale, quando vennero danneggiate 50 cinquecentine, mentre 4 incunaboli furono asportati dalle truppe alleate e dai civili.
Tra i volumi del fondo antico si ricordano, oltre ai tantissimi di carattere religioso, «Naturalis Historiae», incunabolo pubblicato nel 1487 (Caii Plinii Secundi), «La prima parte del general trattato di numeri» di Nicolò Tartaglia (Venezia 1556), «Delle navigazioni et viaggi» (ed. Giunti, Venezia 1550) ed «Historie et descrittione del Regno di Sicilia» di Giuseppe Carnevale (ed. Orazio Salviani, Napoli 1591).