venerdì 29 luglio 2011

UNO SCANDALO TUTTO ITALIANO

Denunciata dall'illustre milazzese la sottrazione di antichi volumi appartenuti alle «disciolte corporazioni religiose», ossia agli ordini religiosi (Carmelitani, Benedettini, Francescani, etc)., i cui beni con legge del 1866 furono incamerati dallo Stato ed in gran parte messi all'asta per finanziare la guerra all'Austria.

La minuta d’una lettera scritta il 27 gennaio 1875 dall’illustre milazzese Stefano Zirilli (1812-1884), fondatore della Biblioteca Comunale, al direttore del Pungolo di Napoli, se da un lato denuncia un episodio a dir poco scandaloso – non mancando d’indirizzare dure accuse a parlamentari e ministri del giovane Regno d’Italia – dall’altro offre preziose informazioni sulla provenienza di alcuni antichi volumi acquistati a Roma ed oggi custoditi nel fondo antico della nostra Biblioteca Comunale, come ad esempio il pregevole «Plinio secondo», incunabolo datato 14 maggio 1487 e restaurato nel settembre 1984 presso il “Laboratorio di Restauro del Libro” di S. Martino delle Scale in prov. di Palermo (Caii Plinii Secondi, Naturalis Hystoriae, Magistrum Marinum Saracenum, Venezia 1487, vecchio numero d’ingresso 11157).

L’assurdo episodio viene ripreso dallo Zirilli nel discorso inaugurale della Biblioteca pronunciato il 4 giugno 1876, dove precisa che la compravendita venne conclusa col capitano marittimo milazzese Antonino Alioto e che la spesa di 334 lire, oltre alle 66 lire sostenute per restaurare i volumi, venne fronteggiata facendo ricorso a 200 lire a carico del bilancio comunale e ad analogo importo finanziato da private donazioni.

Nel discorso inaugurale Zirilli elenca alcune opere pregevoli provenienti dalla suddetta compravendita, manifestando la sua alta cultura, accompagnata da una gradevole e garbata ironia. Come quando descrive le «leggi connubiali del dotto Tiraqueau (ingr. 11.019), che alla fertilità dell’ingegno accoppiava una prodigiosa facoltà generativa, per cui ottenne da una sola moglie 30 figli secondo alcuni storici, e 45 secondo altri, e del quale dice il Preside De Ton cum singulis annis singulos libros ac liberos reipublicae daret, che dava cioè ogni anno alla patria un figlio ed un libro, quantunque non bevesse vino, o forse appunto perché astemio».

Di seguito si pubblica la trascrizione integrale della missiva inoltrata al direttore del Pungolo nel 1875:

«Milazzo, 27 Gennaio 1875.
Onorevole Sig. Iacopo Comin
Direttore del Pungolo di Napoli

In conferma ed aggiunzione della interrogazione fatta nella tornata del 19 andante della Camera de’ Duputati dall’onorevole Manfrin al Ministero sulle sottrazioni di libri e codici di valore dalle Biblioteche delle soppresse Corporazioni religiose, debbo denunciare al publico giudizio ed alle serie considerazioni del Ministro il seguente fatto passato per le mie mani, intorno al quale, esibisco documenti e declino nomi avvalendomi della publicità del Vs. egregio Giornale.

Nel passato mese di Giugno io comprava per conto di questa Biblioteca Popolare, di cui ho la direzione, una partita di carta lorda ad uso di mercerie del peso di kg. 485 per lire 334 da una barca arrivata da Roma, ove avevala comprata Dio sa quanto per cavarvi il nolo ed un piccolo profitto.

Fui indotto a far questa compra perché avevo avuto sentore di precedenti arrivi della stessa merce anche da Roma, nei quali erano stati trovati libri pregevoli.

Non mi ingannai nelle mie previsioni né mi sono pentito di aver comprato come suol dirsi la gatta nel sacco, peroché nello sciogliere le 14 o 15 ballatte ho trovato una quantità di opere pregevolissime di giurisprudenza, legislazione, storia, geografia, materie ecclesiastiche, statistica etc., in 350 volumi circa, la maggior parte difficile a trovarsi perché ormai non si ripubblicano più e costerebbero moltissimo, talune rare, una rarissima che è un Plinio del quindicesimo secolo (1487), il quale solo ha un valore bibliografico di oltre mille lire.

In quale stato però erano ridotte? Facevano pietà ed insiem vergogna, peroché non  par credibile che nella Capitale della dotta Italia si vendano a vilissimo prezzo e per carta lorda opere di merito che illustrerebbero qualunque Biblioteca come oggi arricchiscono la nostra.

Se a me qui in Milazzo furono vendute in ragione di 69 centesimi il kilogrammo, quanto ha dovuto comprarla il capitano della barca a Roma, e quanto il di lui venditore dal primo? Siccome i merciajuoli non vogliono pagar per carta le legature, così in Roma vennero strappate in fretta e con poco garbo, in modo che di molte andaron perduti con le legature i frontespizi non che le prime ed ultime pagine.

Oggi sono state alla meglio restaurate sichè calcolo che con una spesa di circa 400 lire, compresa la restaurazione, abbiamo un materiale il quale ne val 2.000 anche calcolando il valore bibliografico reale molto al di sotto del merito.

La fisonomia più spiccata di questi libri rivela la provenienza monastica per la gran parte, ma ve ne ha pure di provenienza governativa e talune pubblicazioni ufficiali freschissime del 1874. Notate che la barca comprava in Roma questa partita di carta lorda nei primi di maggio 1874!

Pare dunque manifesto che le deplorate sottrazioni dal Deputato Manfrin non sono avvenute solo dalle librerie delle disciolte Case religiose, ma anche da più alto luogo, come risulta dalle seguenti mie note rilevate dai libri medesimi e precisamente da quelli che portano in fronte qualche marca sù frontespizi:

- Portius (Christopharus, ndr), Comt. in Iustiniani fol. (cinquecentina, ndr), Hereditatis Pirovanae (suggello);
- Viviano (Giuliano Viviani, ndr), Praxis Iurispatronatus fol., Filippo Bardi (manoscritto);
- Pacifico (Statilio, ndr), De Salviano (Tractatus del XVII sec., ndr) fol., Armellini (suggello), I. Ant. De Marii (manoscritto);
- Statistica Austriaca in tedesco, Bib. Della R. Segreteria di Stato Interni (suggello);
- Altra idem idem, Ministero di Agricoltura Direz. della Statistica (suggello);
- Altra Prussiana idem, Ministero di Agricoltura Direz. della Statistica (senza suggello);
- Altra idem idem idem;
- Albitio Cardinale, De inconstantia in iure (XVII sec., ndr) fol., ex Sancto Officio (manoscritto);
- Menochio (Io. Stephani, ndr), Comm. Sacrae Scripture fol. (XVII sex., ndr), Stephani Falalchi (manoscritto);
- Regolamento per la leva 4°, Uditorato Generale di Guerra (suggello);
- Pietri, Politique Francaise, Ministero Esteri Archivj e Bibliot. (suggello);
- Matteucci, Officialis Curiae etc. fol., Publicetur p. Io. Bap. Carus Magister et socius R. P. Sacri Ap. Pal. Magistri;
- Baronio Annalaes Eccl. (un suggello inintellegibile).

E dopo tutto il fin qui detto non faccio commenti, che meglio di me potrete farli Voi stesso, i contribuenti dai quali si spreme il sangue e poi si lasciano depredar gli interessi con tanta leggerezza e vergogna nostra, li potrà far la Camera che con inqualificabile faciltà accetta le facili e comode denegazioni del Ministro di Grazia e Giustizia, e le scuse del Ministro della Pubblica Istruzione, il quale non ha assunto alcuna ingerenza sulle Biblioteche delle Corporazioni disciolte, non parlo delle ingenue dichiarazioni del Ministro dell’Interno che eccitano la ilarità della Camera.

Devotissimo servo, Stefano Zirilli»

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